Il Poverello di Assisi | 4 OTTOBRE

Per la mia conversione,il Signore mi guidi e mi mostri la via da seguire,per il mio futuro lavorativo e per il grande desiderio che ho nel cuore di formare una famiglia sul modello della famiglia di Nazareth,che sia luogo di accoglienza dei figli che vorrà donarci,nostri e non solo..luogo di preghiera..Che mi conduca verso l’uomo che Lui ha scelto per me..Che lo benedica e ci faccia incontrare presto❤🙏🙏🙏

Il Transito di Francesco

Il Santuario della Porziuncola custodisce, da circa otto secoli, i luoghi della vita di Francesco d’Assisi e del nascente Ordine dei Frati Minori.

La Porziuncola, per volontà dello stesso Francesco, è anche il luogo della morte del santo d’Assisi.

Dimorava allora il Santo nel palazzo del vescovo di Assisi, e pregò i frati di trasportarlo in fretta a Santa Maria della Porziuncola, volendo rendere l’anima a Dio là dove, come abbiamo detto, per la prima volta aveva conosciuto chiaramente la via della verità (FF 507).

Qui la sera del 3 ottobre del 1226 accolse cantando Sorella morte:
Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullo omo vivente po’ scampare.
Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali!
Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati,
ca la morte seconda no li farrà male (FF 263).

Qui Francesco ha compiuto il suo transito dal tempo all’eternità.

Poi si fece portare il libro dei Vangeli, pregando che gli fosse letto il brano del Vangelo secondo Giovanni, che inizia con le parole: Sei giorni prima della Pasqua, sapendo Gesù ch’era giunta l’ora di passare da questo mondo al Padre (Gv 12,1; 13,1). E dato che presto sarebbe diventato terra e cenere, volle che gli si mettesse indosso il cilicio e venisse cosparso di cenere. E mentre molti frati, di cui era padre e guida, stavano ivi raccolti con riverenza e attendevano il beato «transito» e la benedetta fine, quell’anima santissima si sciolse dalla carne, per salire nell’eterna luce, e il corpo s’addormentò nel Signore. Uno dei suoi frati e discepoli vide l’anima del santissimo padre salire dritta al cielo al di sopra di molte acque; ed era come una stella, grande come la luna, splendente come il sole e trasportata da una candida nuvoletta (FF 511-513).

Si radunò allora una grande quantità di gente, che lodava e glorificava il nome del Signore. Accorse in massa tutta la città di Assisi e si affrettarono pure dalla zona adiacente per vedere le meraviglie, che il Signore aveva manifestato nel suo servo. I figli intanto effondevano in lacrime e sospiri il pio affetto del cuore, addolorati per essere rimasti orfani di tanto padre.

Ma la singolarità del miracolo mutò il pianto in giubilo e il lutto in esplosione di gioia. Vedevano distintamente il corpo del beato padre ornato delle stimmate di Cristo e precisamente nel centro delle mani e dei piedi, non i fori dei chiodi, ma i chiodi stessi formati dalla sua carne, anzi cresciuti con la carne medesima, che mantenevano il colore oscuro proprio del ferro, e il costato destro arrossato di sangue. La sua carne, prima oscura di natura, risplendendo di un intenso candore, preannunziava il premio della beata risurrezione. Infine, le sue membra divennero flessibili e molli, non rigide come avviene nei morti, ma rese simili a quelle di un fanciullo.

Ogni anno il 3 ottobre, verso il tramonto, si celebra solennemente la Commemorazione del Transito del Poverello di Assisi, anche Santo Patrono d’Italia.