Il Poverello di Assisi | 4 OTTOBRE

Signore Gesù, aiutami a fare quello che dici, a venire a Te, ascoltare le Tue parole e a metterle in pratica. Liberami dalla ipocrisia e dal dire e non fare.

Gesù Misericordioso, io vivo del tuo perdono, detesto i miei peccati e Tu concedimi il desiderio ardente di amarti e serviti, in questo mondo e per tutta l’eternità. Rendimi come mi vuoi. Avvenga per me come Tu desideri. Concedimi l’uniformità alla Tua Volontà. Donami totale fiducia nella Tua Provvidenza. Fà Signore che io cammini insieme a Te per la via penitente ed entri per la porta stretta per poi ritrovarci nella vita gloriosa per sempre.

A Te affido me stesso e tutto quello che mi riguarda. Vieni presto in mio aiuto. Benedici i miei interessi spirituali e materiali. Guarda al tuo poveretto, che povero io sono, scarso di virtù. Intervieni in mio soccorso.

Signore ti lodo e ti benedico, ti adoro e ti ringrazio per ogni cosa, ti supplico portami in paradiso con Te. Gesù sei Tu il mio paradiso, se ho Te non manco di nulla. Tu sei il mio Dio e il mio tutto, perché mio adorato Signore Gesù, senza di Te io sono un nulla.

Libera il mio cuore da ogni passione che lo irretisce e dammi lo stesso ardente ed infiammato amore che hai per me, così che io possa ricambiarti l’amore che mi porti.

Gesù realizza Tu in me quello che io non sono capace di fare senza di Te. Donami Te stesso e una fede così grande da farti restare ammirato.

Signore Gesù, nella liturgia della Parola ci hai detto: “Io sono la salvezza del popolo”, dice il Signore. *”In qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,* e sarò loro Signore per sempre”.

Signore Gesù Sacramentato, ci hai promesso di aiutarci, aiutaci, vieni presto in nostro aiuto. Signore salvaci.

Il Transito di Francesco

Il Santuario della Porziuncola custodisce, da circa otto secoli, i luoghi della vita di Francesco d’Assisi e del nascente Ordine dei Frati Minori.

La Porziuncola, per volontà dello stesso Francesco, è anche il luogo della morte del santo d’Assisi.

Dimorava allora il Santo nel palazzo del vescovo di Assisi, e pregò i frati di trasportarlo in fretta a Santa Maria della Porziuncola, volendo rendere l’anima a Dio là dove, come abbiamo detto, per la prima volta aveva conosciuto chiaramente la via della verità (FF 507).

Qui la sera del 3 ottobre del 1226 accolse cantando Sorella morte:
Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullo omo vivente po’ scampare.
Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali!
Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati,
ca la morte seconda no li farrà male (FF 263).

Qui Francesco ha compiuto il suo transito dal tempo all’eternità.

Poi si fece portare il libro dei Vangeli, pregando che gli fosse letto il brano del Vangelo secondo Giovanni, che inizia con le parole: Sei giorni prima della Pasqua, sapendo Gesù ch’era giunta l’ora di passare da questo mondo al Padre (Gv 12,1; 13,1). E dato che presto sarebbe diventato terra e cenere, volle che gli si mettesse indosso il cilicio e venisse cosparso di cenere. E mentre molti frati, di cui era padre e guida, stavano ivi raccolti con riverenza e attendevano il beato «transito» e la benedetta fine, quell’anima santissima si sciolse dalla carne, per salire nell’eterna luce, e il corpo s’addormentò nel Signore. Uno dei suoi frati e discepoli vide l’anima del santissimo padre salire dritta al cielo al di sopra di molte acque; ed era come una stella, grande come la luna, splendente come il sole e trasportata da una candida nuvoletta (FF 511-513).

Si radunò allora una grande quantità di gente, che lodava e glorificava il nome del Signore. Accorse in massa tutta la città di Assisi e si affrettarono pure dalla zona adiacente per vedere le meraviglie, che il Signore aveva manifestato nel suo servo. I figli intanto effondevano in lacrime e sospiri il pio affetto del cuore, addolorati per essere rimasti orfani di tanto padre.

Ma la singolarità del miracolo mutò il pianto in giubilo e il lutto in esplosione di gioia. Vedevano distintamente il corpo del beato padre ornato delle stimmate di Cristo e precisamente nel centro delle mani e dei piedi, non i fori dei chiodi, ma i chiodi stessi formati dalla sua carne, anzi cresciuti con la carne medesima, che mantenevano il colore oscuro proprio del ferro, e il costato destro arrossato di sangue. La sua carne, prima oscura di natura, risplendendo di un intenso candore, preannunziava il premio della beata risurrezione. Infine, le sue membra divennero flessibili e molli, non rigide come avviene nei morti, ma rese simili a quelle di un fanciullo.

Ogni anno il 3 ottobre, verso il tramonto, si celebra solennemente la Commemorazione del Transito del Poverello di Assisi, anche Santo Patrono d’Italia.